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SVIZZERA
riflessioni sugli usi e costumi dei miei compatrioti visti da una nazione extracomunitaria
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La riforma che ha investito (e svestito) in questi anni gli atenei italiani viene comunemente detta "tre+due". Simili riforme sono state varate in tutta Europa (Svizzera compresa) ove il nome corrente è "Bologna Process". Dapperttutto tranne che Italia.
Sarà un caso?
Immaginate ora l'Ominide suddetto davanti al coniglio della fotografiaIeri mi trovavo a Bibione (VE) a casa dei miei, ad aspettare, per qualche scatto fotografico, gli scoiattoli che gli fanno visita ogni mattina e ogni sera per papparsi le nespole in giardino e approfittare delle noci che ormai gli vengono quotidianamente elargite in una mangiatoia ricavata da un sottovaso.Puntuale, alle sette meno un quarto di sera, lungo i pini del viale si avvicina un (il) giovane. Segue il solito percorso tra i rami ma mentre scende lungo un tronco, dall'altra parte della strada compaiono cinque ominidi, tre adulti e due cuccioli, rientranti dalla giornata in spiaggia.
Una delle femmine emette in un idioma locale un verso d'allarme simile a quello codificato degli scimpanzè per l'aquila o per il cobra: "IIIIIIIHHH VARDAVARDAVARDA..." (trad.: fermatevi tutti istantaneamente e osservate con attenzione, vi è non distante da noi, nella direzione che sto indicando, la presenza di un animale sconosciuto, possibile predatore di ominidi).
Prontamente il maschio Alfa, riconoscibile per il prominente addome, si erge a difesa del gruppo e, complice un pollice immeritatamente opponibile, brandisce un salvagente a ciambella, lanciandolo verso il venefico sciuride che, sfiorato di poco, si dilegua con la velocità del lampo senza fare più ritorno.
Il maschio, fiero della dimostrazione impartita ai cuccioli sull'uso della seppur improvvisata zagaglia, rassicura allora il gruppo sull'allontanamento della bestia emettendo un grugnito di soddisfazione: "Lo go ciapà!" (trad.: nonostante l'evidente pericolosità della belva, la ho colpita al primo colpo e messa in fuga e sicuramente morirà non distante a causa delle ferite procuratele dalla letalità dell'istinto del cacciatore-raccoglitore che albergava in me, seppur fin'ora sopito).
Una delle femmine, ancora scioccata gli chiede, allora: "Ma cos' che iera??", E il maschio, profondo conoscitore più che della natura, della capacità rassicuratrice di una ferma risposta sull'animo femminile: "...NA POIANA"!!!
Da rimanere a bocca aperta, senza sapere se ridere fino alle lacrime o... passare direttamente alle lacrime.
Il caso dell Onorevole Gustavo Selva è finito su tutti i giornali. Qui per esempio.
Dopo l'evento ho scritto una breve ma picca email all'Onorevole e al segretarion del suo partito l'onorevole Gianfranco Fini. Eccola:
Da: _______@libero.it [mailto:_____@libero.it]
Inviato: dom 10/06/2007 18.28
A: fini_g
Cc: Selva,Gustavo
Oggetto: pessimismo e fastidio: dimissioni "Onorevole" Selva
Onorevole Selva,
Dopo l'indecente e disgustoso episodio di cui lei si è reso autore mi auguro che il segretario del suo partito possa intervenire quanto prima a radiarla, ridando cosi un minimo di fiducia agli italiani.
Distinti Saluti
Ed ecco la riposta dell'Onorevole Gustavo Selva.
Grazie,
anche a coloro che mi augurano che non arrivi l’ambulanza quando “ne avrei veramente bisogno”.
Per la verità ne avevo bisogno anche il giorno in cui ho usato l’autoambulanza che era al servizio soltanto - ripeto soltanto - per casi di necessità di chi si trovava a Palazzo Chigi e nei pressi.
Visto che Lei ha avuto l’amabilità di rivolgersi a me personalmente Le rispondo che sono portatore di 4 bypass, diversi stent coronarici e di un pacemaker e soggetto, quindi, a fibrillazioni cardiache e sbalzi di pressione. Ragione per la quale, dopo aver lungamente e inutilmente aspettato il taxi prenotato da LA7, che non riusciva ad arrivare, gli infermieri mi hanno accomodato nell’autoambulanza e, in attesa del medico, mi sono autoassistito con il Carvasin che porto sempre con me, dando nel contempo – siccome era quasi certo che mi sarei ripreso nel giro di poco tempo – appuntamento al mio cardiologo alla sede de LA7, in via Novaro, dove ero stato invitato come Senatore che adempiva al diritto-dovere di esprimere le sue opinioni in ordine agli eventi che si stavano svolgendo in quel pomeriggio. Non ultimo, e non meno importante, la conferenza stampa di Bush e Prodi alla quale io avevo assistito, unico parlamentare della Casa delle Libertà.
Abuso, o eccesso di assistenza medica e di trasporto, può essere considerato soltanto il tratto che va dall’Ospedale S. Giacomo, dove ero stato trasportato, a via Novaro, percorso dall’autoambulanza, senza l’uso della sirena, in 5 minuti. La Presidenza del Consiglio mi aveva offerto, attraverso il medico, visto che nel frattempo dichiaravo di sentirmi meglio, l’invio di un’auto privata: il che avrebbe comportato un’ulteriore perdita di tempo e un costo a carico dello Stato di qualche euro in più. Per la Sua curiosità aggiungerò che il mio cardiologo non è potuto arrivare, causa il traffico bloccato.
Ecco la ragione supplementare per la quale ho potuto dare atto e ringraziare il servizio medico di avermi assistito nel momento del bisogno e aiutato per il mantenimento dell’impegno con LA7. La parola “trucco di cronista”, da me usata in TV, si riferiva all’appuntamento da me concordato telefonicamente con il cardiologo per liberare subito il servizio pubblico che, di fatto, ho utilizzato complessivamente per una trentina di minuti. Ovviamente, sono pronto a pagare il costo del servizio utilizzato affinché neppure un centesimo vada a carico della collettività.
Spero, visto che i mezzi telematici ce lo consentono in tempo reale, che Lei mi darà consigli e farà critiche, per altri temi, della mia attività politica che, a Dio piacendo, può continuare anche in altri modi, per esempio quelli della comunicazione Tv, Radio, e-mail, come faccio con Lei e con tutti coloro che mi interpellano; i quali, più spesso, approvano le mie idee. Ai miei elettori del Vento dico: ho fatto un errore, quello di dirlo a La7. Ho presentato al Presidente Marini le mie dimissioni da Senatore che saranno esaminate dell’Assemblea. Cosa dovevo fare di più ? Me lo dicano.
Spero che, dopo questa spiegazione dei fatti, Lei riterrà che non merito l’aggettivo “indegno” (di stare in Parlamento) usato dal Ministro Livia Turco, né quello di “bullismo senile”, utilizzato da Alessandra Mussolini che, come forse Lei ricorderà, durante una trasmissione televisiva della RAI di qualche anno fa si sedette, affettuosamente accolta, sulle ginocchia dell’attuale Ministro della Salute.
Grazie ancora e cordiali saluti.
Gustavo Selva
P.S.: Questo stesso identico messaggio è trasmesso contemporaneamente a tutti coloro che hanno capito e approvato il mio comportamento, a coloro che lo hanno criticato aspramente in tutto o in parte e a coloro che hanno aggiunto una sequela di volgari insulti. Da quei cittadini e cittadine che mi hanno coperto di volgari insulti e alcune minacce avrei desiderato più argomenti.
A tutti il mio “grazie” per aver letto la mia risposta.
G.S.
Un adolescente, probabilmente annoiato, inizia una corrispondenza epistolare con Erika, la fanciulla di Novi Ligure che ha eliminato la madre, forse troppo oppressiva, ed il fratellino, non ancora in grado di opprimerla ma che, in un futuro prossimo, certamente l’avrebbe oppressa.
Assurge agli allori della cronaca; probabilmente i giornalisti sono stupiti che ancora qualcuno si provi a scrivere… La notizia non sfugge a Bruno Vespa. Nulla di meglio che invitare il giuovine scrittore in televisione. Capita anche questo, purtroppo.
Nulla di male, abbiamo visto di peggio. Sfugge però un piccolo particolare: il ragazzo si vede erogati 25 MILIONI di lire per la sua partecipazione. La stessa somma che lo “stato” eroga per un assegno di ricerca…
Quando si dice essere str...i
L'italia non finirà mai di stupirmi, ovviamente in negativo. Mentre Santoro inscena il suo pessimo e costoso teatrino (aiutato in questo dal becerume dilagante a destra) altre notizie ben più importanti e altri fatti passano sotto silenzio.
Stefano Allievi, professore di sociologia, studioso ed esperto di islam, è stato condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa (sei mesi, oltre a una pena pecuniaria di tremila euro) su querela di Adel Smith, controverso esponente islamico, noto per le sue opinioni radicali (notissima la sua polemica contro il crocefisso), in seguito alle opinioni espresse su Smith all’interno del libro Islam italiano (Einaudi). La condanna è tanto più sorprendente se si pensa alla biografia del professor Allievi, che più volte si è speso nel voler garantire libertà di parola e di espressione proprio ai musulmani, alla cui conoscenza e comprensione ha dedicato oltre quindici anni di studi.
Riporto una lettera aperta del Professor Stefano Allievi.