martedì 25 dicembre 2007

Ministro, amministra

Il ministro Mussi alla domanda: " ma lei cosa ha fatto in questo anno e mezzo al ministero?", ha risposto più o meno così "ho fatto la rivoluzione"...


Nemmeno Pinocchio

domenica 2 dicembre 2007

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venerdì 19 ottobre 2007

11 settembre il complotto che non c'è

11 settembre il complotto che non c'è

giovedì 23 agosto 2007

Ascolta

sabato 18 agosto 2007

domenica 22 luglio 2007

Pausa

causa assenza dalla Confederazione Elvetica il blog è in fase di ripensamento.

mercoledì 18 luglio 2007

Colluttorio

E' vero: capirete -guardando il video- perchè non diventerò un famoso regista (o perchè non lo sono già diventato); vedrete però come sia possibile realizzare una confenzione di colluttorio che sprechi molto meno liquido dell'italico corrispondente


sabato 14 luglio 2007

“1° WORKSHOP NAZIONALE degli STUDENTI DI SCIENZE NATURALI”


“1° WORKSHOP NAZIONALE degli STUDENTI DI SCIENZE NATURALI”

UN’ESPERIENZA DI INFORMAZIONE E CRESCITA PER I GIOVANI NATURALISTI ITALIANI

Organizzato dagli studenti di Scienze Naturali dell’Università di Torino

in collaborazione con AIN sezione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria; e Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

giovedì 12 luglio 2007

rifiuti e musica


Copiare please.

martedì 10 luglio 2007

I giornali italiani, Deaglio e i brogli elettorali.

Le elezioni italiane dell'aprile 2006 sono truccate. Detto, ridetto, stradetto. A destra come a sinsitra. Qualcuno ci ha anche girato qualche film.
Adesso, in tempi sospetti, spunta un video girato in Australia che inguaierebbe un candidato DS. E tant'è...Senza entrare nel merito della notizia godiamoci il modo in cui i giornali italioti danno l'informazione.

Repubblica, forse per riprendersi dalle cagate che spara a getto continuo, "vende" il video come esclusiva.



Ovviamente, visto il livello di Repubblica, basta andare sul sito de La Stampa e trovare lo stesso video.



Il quotidiano di Torino, infatti, a proposito del filmato precisa: "che LaStampa.it pubblica sul suo sito". Insomma: Repubblica proprio non riesce a dirle grosse.
Ma il bello deve ancora venire: le reazioni e i commenti alla notizia. Attenzione.

Paolo Rajo, l'autore del video sostiene: "Questo succedeva, attenti, almeno una settimana prima che si votasse in Italia". "Il video dell’Australia è un documento eccezionale, mi sembra evidente che la notte del voto sono successe delle gravissime". chiosa invece Deaglio E., l'esperto. "È evidente che il video prova un caso di broglio e questo è frutto anche di come è stato organizzato il voto all’estero -aggiunge ancora Deaglio E. - dal governo di allora che aveva l’organizzazione dei consolati e di tutta la macchina operativa".

Tralasciando il commento ovvio sul video -per non sparare sulla crocerossa- pare che il Deaglio E. abbia perso un'altra occasione per tacere:
1) il fuso orario tra Italia e Australia è di una settimana, almeno secondo il Deaglio E.
2) il governo (di cialtroni) di allora era quello di Silvio B. e soci; i brogli, invece, sono per l'Unione. I primi avrebbero dunque organizzato brogli a favore dei secondi?

Mi sembra evidente che il Deaglio E. come giornalista valga proprio poco.











lunedì 9 luglio 2007

Logicamente



Il costo del bucato è in funzione della temperatura impostata

domenica 8 luglio 2007

merci Alinghi



Se non altro che stasera mi vedo Zucchero aggratis

sabato 7 luglio 2007

al peggio non c'è mai limite...

Oltre che in malafede
in rappresentanti del Coordinamento per il diritto allo studio-UDU sono anche ignoranti.



Scienze NNMMFF è la 13° Facoltà dell'Ateneo Ticinense?

Chissa cosa hanno fatto di male gli studenti di Scienze MM.FF.NN. per avere tali "rappresentanti"?

venerdì 6 luglio 2007

Comment l'ont-ils vu ?

La version des allemands :


Le point de vue des français :


la vision des experts italiens :


Ce que les américains ont vu sur leurs écrans :



enfin, la version de la presse people :



domenica 1 luglio 2007

Santi numi



Non si può fare -mi dicono i bene informati- il confronto tra Pavia e Ginevra per la gestione degli eventi culturali e della città stessa. La seconda -sostengono ancora i bene informati- sarebbe molto più ricca e grande della prima. Il gap non sarebbe accettabile.

Proviamo allora a confrontare Ginevra -città che ha circa 200.000 abitanti- con Torino e Milano, due "capitali" d'Italia. Ovviamente Ginevra è svantaggiata. Il confronto è impari. Proviamoci lo stesso.

Prendiamo quindi un evento organizzato insieme dalle due metropoli italiane ed un evento ginevrino. Possibilmente simili. Esempio:un festival musicale.

Il lettore paragoni la Fête de la musique di Ginevra con Il Festival internazionele della Musica organizzato da Torino e Milano.

La Fête de la musique ha offerto in 3 giorni circa 500 concerti gratuiti su 40 palchi sparsi per la città. L'urbe traspirava di suoni. Il secondo, invece, offrirà più di 190 eventi a pagamento in 24 giorni, in auditorium, conservatori, etc. etc.

Imbarazzante.

Il lettore potrà anche divertirsi a confrontare l'usabilità dei siti web. Anche in questo caso il risultato è a senso unico.

sabato 30 giugno 2007

Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva

ITALIA


Clio Napolitano con il marito giovedì alla partenza da Vienna (Ap)

ROMA - Clio Bittoni, moglie del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata investita da un'auto mentre stava attraversando a piedi via del Quirinale, all'altezza di Porta Giardini, nella serata di giovedì. «Alle 19:40», come recita il rapporto della Polizia municipale. La signora era appena uscita da un ingresso laterale del Quirinale, quello che si affaccia su via XX Settembre, per una passeggiata. A bordo della Panda che l'ha urtata due persone anziane che non si sono accorte della sua presenza sulle strisce pedonali.

SVIZZERA


GINEVRA - Sono, credo, l'unica persona che si ferma a guardare prima di attraversare sulle strisce tanto è radicato il concetto che le vetture si debbano fermare. E si fermano....

martedì 26 giugno 2007

Bologna Process o tre più due

La riforma che ha investito (e svestito) in questi anni gli atenei italiani viene comunemente detta "tre+due". Simili riforme sono state varate in tutta Europa (Svizzera compresa) ove il nome corrente è "Bologna Process". Dapperttutto tranne che Italia.
Sarà un caso?

sabato 23 giugno 2007

Perdere la fede




E poi si lamentano del calo di fedeli...

giovedì 21 giugno 2007

L'ominide e lo scoiattolo...


Veladoiolasvizzera pubblica un esilarante racconto di Diego Fasano.


Ieri mi trovavo a Bibione (VE) a casa dei miei, ad aspettare, per qualche scatto fotografico, gli scoiattoli che gli fanno visita ogni mattina e ogni sera per papparsi le nespole in giardino e approfittare delle noci che ormai gli vengono quotidianamente elargite in una mangiatoia ricavata da un sottovaso.

Puntuale, alle sette meno un quarto di sera, lungo i pini del viale si avvicina un (il) giovane. Segue il solito percorso tra i rami ma mentre scende lungo un tronco, dall'altra parte della strada compaiono cinque ominidi, tre adulti e due cuccioli, rientranti dalla giornata in spiaggia.

Una delle femmine emette in un idioma locale un verso d'allarme simile a quello codificato degli scimpanzè per l'aquila o per il cobra: "IIIIIIIHHH VARDAVARDAVARDA..." (trad.: fermatevi tutti istantaneamente e osservate con attenzione, vi è non distante da noi, nella direzione che sto indicando, la presenza di un animale sconosciuto, possibile predatore di ominidi).

Prontamente il maschio Alfa, riconoscibile per il prominente addome, si erge a difesa del gruppo e, complice un pollice immeritatamente opponibile, brandisce un salvagente a ciambella, lanciandolo verso il venefico sciuride che, sfiorato di poco, si dilegua con la velocità del lampo senza fare più ritorno.

Il maschio, fiero della dimostrazione impartita ai cuccioli sull'uso della seppur improvvisata zagaglia, rassicura allora il gruppo sull'allontanamento della bestia emettendo un grugnito di soddisfazione: "Lo go ciapà!" (trad.: nonostante l'evidente pericolosità della belva, la ho colpita al primo colpo e messa in fuga e sicuramente morirà non distante a causa delle ferite procuratele dalla letalità dell'istinto del cacciatore-raccoglitore che albergava in me, seppur fin'ora sopito).

Una delle femmine, ancora scioccata gli chiede, allora: "Ma cos' che iera??", E il maschio, profondo conoscitore più che della natura, della capacità rassicuratrice di una ferma risposta sull'animo femminile: "...NA POIANA"!!!


Da rimanere a bocca aperta, senza sapere se ridere fino alle lacrime o... passare direttamente alle lacrime.
Immaginate ora l'Ominide suddetto davanti al coniglio della fotografia

martedì 19 giugno 2007

Ovni



Una delle tante istallazioni viste all'esposizione reagir . In Italia? No, ovviamente.

L'imprevidenza

L'imprevidenza

TITO BOERI
Fra due settimane scade il semestre entro cui undici milioni di italiani possono decidere cosa fare di quel 6,91 per cento del loro salario che viene oggi versato all’azienda presso cui lavorano, come accantonamento per la liquidazione. Non si hanno dati precisi su quanti lavoratori abbiano sin qui comunicato una loro scelta. Ma tutte le rilevazioni disponibili convergono nell’indicare che sono davvero pochi coloro che hanno esercitato questo loro diritto. Tra questi pochi, prevale chi ha optato per tenere il Tfr in azienda, soprattutto nelle imprese più piccole (dove quattro lavoratori su cinque paiono orientati a continuare a versare il Tfr al proprio datore di lavoro).

Chi non decide entro il 30 giugno vedrà il proprio Tfr trasferito a fondi con garanzia del capitale versato, che storicamente hanno offerto rendimenti inferiori al Tfr, e non potrà beneficiare del contributo del datore di lavoro previsto da molti contratti. Chi lo lascia in azienda perde l’occasione di costruirsi una previdenza integrativa con cui rimpinguare le inevitabilmente sempre più magre pensioni pubbliche. Il fatto che ciò stia avvenendo nelle piccole imprese preoccupa perché è lì che oggi trovano un impiego i lavoratori più giovani, quelli che hanno maggiormente bisogno della previdenza integrativa. Quanto costa per loro lasciare il Tfr in azienda? Per le leggi della capitalizzazione composta, anche piccole differenze nei rendimenti dei fondi pensione rispetto al Tfr comportano grandi variazioni nella ricchezza accumulata nell’arco della vita lavorativa. Ad esempio, un fondo che rendesse mediamente anche solo lo 0,4 per cento in più del Tfr, ai salari medi attuali, porterebbe a mettere da parte 20 mila euro in più della liquidazione in 38 anni di lavoro. Considerando i dati storici sul rendimento del Tfr e dei fondi pensione, la differenza diventa abissale: la liquidazione è inferiore ai 90 mila euro contro i 150 mila euro che si potrebbero ottenere affidando i propri soldi a un fondo pensione collettivo. Vero che il Tfr offre un rendimento certo, al contrario dei fondi pensione. Ma mentre i fondi pensione hanno una volatilità ridotta quando il loro rendimento viene valutato nell’arco di decenni, il Tfr lasciato in azienda è solo in parte coperto contro il rischio che l’azienda fallisca, un rischio più forte nelle imprese più piccole e crescente nella durata dell’investimento. Quindi per i giovani lavoratori la scelta di lasciare il Tfr in azienda è costosa e rischiosa al tempo stesso. Perché lo fanno allora? Presumibilmente perché non sono adeguatamente informati, oppure perché è il loro datore di lavoro a ricattarli (più o meno esplicitamente) mentre non c’è un sindacato in azienda in grado di difenderli e di coordinarne le loro scelte. Quando solo alcuni lavoratori in un’azienda decidono di destinare il Tfr ai fondi pensione mentre gli altri lo tengono in azienda, sui primi si concentra il rischio di perdere il lavoro: da quel momento in poi al datore di lavoro costerà meno licenziare i lavoratori che versano il Tfr ai fondi pensione rispetto a quelli che lo hanno lasciato in azienda. Sia la disinformazione che il mancato coordinamento dei lavoratori riflettono evidenti limiti nell’azione del sindacato. La sconfitta è del sindacato prima ancora che dei lavoratori. Si preannuncia così all’orizzonte una grave perdita in conto capitale per i lavoratori e una sconfitta per il sindacato. Ma nessun campanello d’allarme viene lanciato da Cgil, Cisl e Uil. Nelle loro frequenti dichiarazioni e interviste sui giornali e in tv, i leader della triade parlano di tutto, proprio di tutto, tranne che del Tfr e non sono pochi coloro, soprattutto tra le fila della Cgil che, neanche troppo velatamente, gioiscono per il mancato decollo della previdenza integrativa. Del resto, il presidente della Covip dichiara di contare sul silenzio-assenso e tra le fila dello stesso esecutivo vi è chi, come il ministro Paolo Ferrero, auspica proprio che i lavoratori lascino il Tfr in azienda. Il ministero di Ferrero in questi giorni ha maldestramente censurato un rapporto Ocse, ritenuto reo di descrivere uno scenario di forte riduzione della generosità delle pensioni pubbliche troppo ottimistico. Questo significa che Ferrero è consapevole del fatto che i giovani avranno pensioni molto più basse, in rapporto al loro salario, dei loro genitori. Tuttavia assiste con malcelata soddisfazione alla riduzione della ricchezza di milioni di lavoratori pur di contenere lo sviluppo dei mercati finanziari. Eppure i fondi pensione ammessi dalla normativa italiana hanno ben poco a che vedere con le «locuste del private equity» di cui il sindacato, non solo in Italia, ha timore. Questi fondi possono promuovere cicli virtuosi di crescita, anche occupazionale, delle imprese: in Europa le imprese in forte crescita attraggono i fondi pensione e il capitale di rischio fornito dai fondi permette alle imprese di crescere. Inoltre lo sviluppo di investitori istituzionali come i fondi pensione, che per definizione non possono che rappresentare le minoranze, serve a rendere più trasparenti i mercati finanziari, a combattere le scatole cinesi e a impedire che chi ha il controllo delle imprese eserciti questo potere contro gli interessi degli altri azionisti e degli stessi lavoratori. Prima o poi, i lavoratori si renderanno conto di quanto sia costoso per le loro tasche il rifiuto aprioristico, ideologico, dei fondi pensione da parte di chi dovrebbe rappresentare i loro interessi. Ma rischiano di maturare questa consapevolezza molto tardi. Avremo così perso molte occasioni per salvaguardare i redditi dei futuri pensionati e per tutelare gli interessi di molti piccoli azionisti.

sabato 16 giugno 2007

Sometimes


Avevo le mie carte. Le ho giocate. Ho perso.
Capita.

giovedì 14 giugno 2007

Risposte e Domande.

Il caso dell Onorevole Gustavo Selva è finito su tutti i giornali. Qui per esempio.
Dopo l'evento ho scritto una breve ma picca email all'Onorevole e al segretarion del suo partito l'onorevole Gianfranco Fini. Eccola:

Da:
_______@libero.it [mailto:_____@libero.it]
Inviato: dom 10/06/2007 18.28
A: fini_g
Cc: Selva,Gustavo
Oggetto: pessimismo e fastidio: dimissioni "Onorevole" Selva

Onorevole Selva,
Dopo l'indecente e disgustoso episodio di cui lei si è reso autore mi auguro che il segretario del suo partito possa intervenire quanto prima a radiarla, ridando cosi un minimo di fiducia agli italiani.
Distinti Saluti

Ed ecco la riposta dell'Onorevole Gustavo Selva.

Grazie,

anche a coloro che mi augurano che non arrivi l’ambulanza quando “ne avrei veramente bisogno”.

Per la verità ne avevo bisogno anche il giorno in cui ho usato l’autoambulanza che era al servizio soltanto - ripeto soltanto - per casi di necessità di chi si trovava a Palazzo Chigi e nei pressi.

Visto che Lei ha avuto l’amabilità di rivolgersi a me personalmente Le rispondo che sono portatore di 4 bypass, diversi stent coronarici e di un pacemaker e soggetto, quindi, a fibrillazioni cardiache e sbalzi di pressione. Ragione per la quale, dopo aver lungamente e inutilmente aspettato il taxi prenotato da LA7, che non riusciva ad arrivare, gli infermieri mi hanno accomodato nell’autoambulanza e, in attesa del medico, mi sono autoassistito con il Carvasin che porto sempre con me, dando nel contempo – siccome era quasi certo che mi sarei ripreso nel giro di poco tempo – appuntamento al mio cardiologo alla sede de LA7, in via Novaro, dove ero stato invitato come Senatore che adempiva al diritto-dovere di esprimere le sue opinioni in ordine agli eventi che si stavano svolgendo in quel pomeriggio. Non ultimo, e non meno importante, la conferenza stampa di Bush e Prodi alla quale io avevo assistito, unico parlamentare della Casa delle Libertà.

Abuso, o eccesso di assistenza medica e di trasporto, può essere considerato soltanto il tratto che va dall’Ospedale S. Giacomo, dove ero stato trasportato, a via Novaro, percorso dall’autoambulanza, senza l’uso della sirena, in 5 minuti. La Presidenza del Consiglio mi aveva offerto, attraverso il medico, visto che nel frattempo dichiaravo di sentirmi meglio, l’invio di un’auto privata: il che avrebbe comportato un’ulteriore perdita di tempo e un costo a carico dello Stato di qualche euro in più. Per la Sua curiosità aggiungerò che il mio cardiologo non è potuto arrivare, causa il traffico bloccato.

Ecco la ragione supplementare per la quale ho potuto dare atto e ringraziare il servizio medico di avermi assistito nel momento del bisogno e aiutato per il mantenimento dell’impegno con LA7. La parola “trucco di cronista”, da me usata in TV, si riferiva all’appuntamento da me concordato telefonicamente con il cardiologo per liberare subito il servizio pubblico che, di fatto, ho utilizzato complessivamente per una trentina di minuti. Ovviamente, sono pronto a pagare il costo del servizio utilizzato affinché neppure un centesimo vada a carico della collettività.

Spero, visto che i mezzi telematici ce lo consentono in tempo reale, che Lei mi darà consigli e farà critiche, per altri temi, della mia attività politica che, a Dio piacendo, può continuare anche in altri modi, per esempio quelli della comunicazione Tv, Radio, e-mail, come faccio con Lei e con tutti coloro che mi interpellano; i quali, più spesso, approvano le mie idee. Ai miei elettori del Vento dico: ho fatto un errore, quello di dirlo a La7. Ho presentato al Presidente Marini le mie dimissioni da Senatore che saranno esaminate dell’Assemblea. Cosa dovevo fare di più ? Me lo dicano.

Spero che, dopo questa spiegazione dei fatti, Lei riterrà che non merito l’aggettivo “indegno” (di stare in Parlamento) usato dal Ministro Livia Turco, né quello di “bullismo senile”, utilizzato da Alessandra Mussolini che, come forse Lei ricorderà, durante una trasmissione televisiva della RAI di qualche anno fa si sedette, affettuosamente accolta, sulle ginocchia dell’attuale Ministro della Salute.

Grazie ancora e cordiali saluti.

Gustavo Selva

P.S.: Questo stesso identico messaggio è trasmesso contemporaneamente a tutti coloro che hanno capito e approvato il mio comportamento, a coloro che lo hanno criticato aspramente in tutto o in parte e a coloro che hanno aggiunto una sequela di volgari insulti. Da quei cittadini e cittadine che mi hanno coperto di volgari insulti e alcune minacce avrei desiderato più argomenti.

A tutti il mio “grazie” per aver letto la mia risposta.

G.S.



lunedì 11 giugno 2007

Fellatio, adieu



And Now? Is it the end of an era?

domenica 10 giugno 2007

Italia-Svizzera 0:2




Le Imbarazzanti differenze si commentano da sole.

venerdì 8 giugno 2007

Maddie a disparu



Maddie a disparu .
Agée à peine de 3 ans , disparue de sa chambre (Praia da Luz - Algarve -Portugal )
S'il vous plaît, transmettez ces photos au plus grand nombre de personnes de par l'Europe. AIDEZ-NOUS !!! Faites comme si c'était votre soeur, votre fille. S'IL VOUS PLAIT!
Cela nous donnera un espoir en plus si quelqu'un le reconnaît. MERCI

www.findmadeleine.com

www.bringmadeleinehome.com


mercoledì 6 giugno 2007

fucking idiots

Un adolescente, probabilmente annoiato, inizia una corrispondenza epistolare con Erika, la fanciulla di Novi Ligure che ha eliminato la madre, forse troppo oppressiva, ed il fratellino, non ancora in grado di opprimerla ma che, in un futuro prossimo, certamente l’avrebbe oppressa.

Assurge agli allori della cronaca; probabilmente i giornalisti sono stupiti che ancora qualcuno si provi a scrivere… La notizia non sfugge a Bruno Vespa. Nulla di meglio che invitare il giuovine scrittore in televisione. Capita anche questo, purtroppo.

Nulla di male, abbiamo visto di peggio. Sfugge però un piccolo particolare: il ragazzo si vede erogati 25 MILIONI di lire per la sua partecipazione. La stessa somma che lo “stato” eroga per un assegno di ricerca…

Quando si dice essere str...i

domenica 3 giugno 2007

Cultura

Ve la immaginate una cosa del genere in un parco di una qualsiasi metropoli italiana? Intanto dovete immaginarvi il parco....

sabato 2 giugno 2007

Stefano Allievi e la liberta' d’espressione

L'italia non finirà mai di stupirmi, ovviamente in negativo. Mentre Santoro inscena il suo pessimo e costoso teatrino (aiutato in questo dal becerume dilagante a destra) altre notizie ben più importanti e altri fatti passano sotto silenzio.

Stefano Allievi, professore di sociologia, studioso ed esperto di islam, è stato condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa (sei mesi, oltre a una pena pecuniaria di tremila euro) su querela di Adel Smith, controverso esponente islamico, noto per le sue opinioni radicali (notissima la sua polemica contro il crocefisso), in seguito alle opinioni espresse su Smith all’interno del libro Islam italiano (Einaudi). La condanna è tanto più sorprendente se si pensa alla biografia del professor Allievi, che più volte si è speso nel voler garantire libertà di parola e di espressione proprio ai musulmani, alla cui conoscenza e comprensione ha dedicato oltre quindici anni di studi.

Riporto una lettera aperta del Professor Stefano Allievi.


Cari amici e care amiche,

coloro che sanno già della vicenda in cui sono coinvolto, troveranno ulteriori informazioni nel sito http://213.215.194.151/petition_allievi (un link è reperibile anche nella home page del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova: www.sociologia.unipd.it ) con la possibilità di fare qualcosa di molto concreto per aiutarmi. Coloro che ancora non lo sanno, troveranno nello stesso sito le informazioni del caso. Riporto qui comunque, per comodità, alcune informazioni. Sono stato condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa (sei mesi, oltre a una pena pecuniaria di tremila euro), su querela di Adel Smith. Chi lo conosce, sa già di chi parlo. Chi ancora non lo conosce, è sufficiente che digiti il suo nome e cognome su Google, e troverà le informazioni del caso, nonché prese di posizione molto più dure delle mie, in materia.

Considero questa sentenza come diffamatoria della mia intera attività di studioso, sempre attento a cercare di capire la realtà islamica in Italia e in Europa. Ma essa è anche più grave in termini di principio: vengo condannato per delle opinioni, espresse all'interno di un libro serio, pubblicato da un editore serio, che seriamente cerca di descrivere il mondo islamico italiano, all'interno di una attività di oltre tre lustri dedicata allo stesso tema e con il medesimo impegno. Credo si tratti di un precedente gravissimo proprio sul piano dei principi, che mette in causa la libertà di ricerca accademica e di manifestazione delle proprie opinioni, incluso il diritto di critica, e si configura come un pesante atto di censura, anche preventiva, per coloro che ancora vorranno occuparsi liberamente di questi temi, di cui già oggi è così difficile trattare serenamente. Naturalmente, d'accordo con i miei avvocati e con l'editore, ricorrerò in appello, per una sentenza di cui attendo con ansia di leggere le motivazioni, per conoscere le quali dovrò purtroppo attendere i canonici tempi burocratici. E l'indulto approvato nel frattempo, tra il momento in cui avrei commesso il reato e la decisione del giudice, mi garantirà di non dover fare realmente l'esperienza del carcere. L'essere incensurato, oltre che motivo di onore, è per me oggi una garanzia ulteriore. Ma il precedente, appunto, è grave.

Vari casi, all'attenzione della pubblica opinione in questo periodo, mostrano come sia oggi diventato sempre più difficile fare ricerca e prendere posizione su tematiche religiose. E la fatica è tanto maggiore quando si tratta di islam. Per quel che mi riguarda, da sponda opposta, ho dovuto subire minacce di gruppuscoli di estrema destra solo per aver invitato un noto intellettuale musulmano a parlare nella mia università. E le posizioni mie e di molti colleghi sono oggetto occasionale di malevole e male informate attenzioni giornalistiche, solo perché non cavalcano il senso comune o non sottoscrivono l'opinione interessata di alcuni opinion leaders. Chiedo a tutti voi, se lo condividete, di firmare l'appello che trovate sul sito, e di diffonderlo tra quanti potrebbero essere interessati, in Italia e fuori d'Italia, giacchè il problema si pone anche altrove, in Europa e non solo. Chiedo anche, a chi può, di prendere posizione anche con lettere e dichiarazioni, che saranno pubblicate sul sito. Intanto, non mi resta che ringraziarvi per l'attenzione dedicatami.

venerdì 1 giugno 2007

Nemo propheta in patria



correva l'anno 1992.

mercoledì 30 maggio 2007

Caro Bersani, liberalizza anche i naturalisti!

Un dottore in Scienze Naturali (classi di laurea 27 e 68/s), che ha studiato all'Università la "Natura", non può fare l'accompagnatore naturalistico, mentre un dottore in Lettere può fare la guida turistica. Alcuni naturalisti hanno iniziato a chiedere il riconoscimento della loro professionalità, scrivendo una lettera (senza ottenere risposta) direttamente all'Onorevole Bersani. Se volete contribuire alla causa, eccovi il testo della lettera e l'indirizzo a cui inviarla segreteria.ministro@attivitaproduttive.gov.it, sperando di fare massa critica e di suscitare un minimo di interesse.

Egregio dottor Bersani,
in riferimento al cosiddetto "secondo pacchetto" di liberalizzazioni da Lei promosso ed in particolare al punto sotto riportato che tratta dell'accesso all'attività di guida turistica siamo a richiedere una delucidazione in merito al trattamento della figura di guida o accompagnatore naturalistico che attualmente in molte provincie viene regolato secondo le stesse modalità della guida turistica, tramite cioè il superamento di un esame abilitante che in alcuni casi tratta sia degli aspetti storici-culturali sia di quelli naturalistici.
In virtù di questa analogia nasce perciò il dubbio se quanto previsto per l'accesso all'attività di guida turistica per i soggetti titolari di laurea in lettere con indirizzo in storia dell'arte o archeologia o titolo equipollente possa essere contemplato, per quanto riguarda l'attività di guida naturalistica, per i soggetti titolari di laurea in scienze naturali o titolo equipollente, considerando che le conoscenze apprese negli anni di università possono essere considerate più che sufficienti per la corretta interpretazione e illustrazione del territorio nei sui aspetti naturalistici e ambientali e che il lavoro di guida o accompagnatore non possa essere differenziato in modo così notevole tra l'aspetto umanistico e quello naturalistico del far conoscere a terzi le caratteristiche del nostro Paese.

[...]
4. Le attività di guida turistica e accompagnatore turistico, come disciplinate dall'articolo 7 della legge 29 marzo 2001, n. 135, e successive modificazioni, non possono essere subordinate all'obbligo di autorizzazioni preventive, al rispetto di parametri numerici e a requisiti di residenza, fermo restando il possesso dei requisiti di qualificazione professionale secondo la normativa di cui alla citata legge n. 135 del 2001. Ai soggetti titolari di laurea in lettere con indirizzo in storia dell'arte o in archeologia o titolo equipollente, l'esercizio dell'attività di guida turistica o accompagnatore turistico non può essere negato, né subordinato allo svolgimento dell'esame abilitante di cui alla citata legge n. 135 del 2001 o di altre prove selettive, restando consentita la verifica delle conoscenze linguistiche soltanto quando le stesse non siano state oggetto del corso di studi.
[...]

Certo di una vostra cordiale risposta porgo
distinti saluti,

(Nome e Cognome, ev. Professione e Organizzazione)

domenica 27 maggio 2007

Sex crimes and the Vatican

In Italia il documentario della BBC sta creando abbastanza rumore, soprattutto visto che sta sparendo da tutti i siti. Ennesima dimostrazione dell'imbarazzante situazione del paese.

I ragazzi di Inblostro, il blog di Inchiostro, il giornale degli studenti dell'Università di Pavia, hanno coraggisamente messo il video sul loro blog.
Potete vederlo qui.

E qui potete vedere come i censorsi stiano combattendo una battaglia già persa. Chapeau.

venerdì 25 maggio 2007

1-0 pour le transport publics


Des trains spéciaux pour le match test Suisse-Argentine.Est ce que vous avez jamais vu ça en Italie?

giovedì 24 maggio 2007

Courage



Il faut du cuorage....

martedì 22 maggio 2007

God save the instant noodles



Ben 5 pacchetti di noodles a 3,50 Frs. Una manna se hai il bancomat bloccato.

Globalizzazione 2.0



Festival Senegal su sfondo Svizzero Alpino

lunedì 21 maggio 2007

Scandalous in Switzerland



Scandaloso. Non trovate anche voi?

domenica 20 maggio 2007

Italians

Essere precisi va bene ma...

In questi giorni la segreteria della residenza è chiusa. Io, però, ho un abbonamento per andare in Palestra. Gentilmente i segretari mi hanno indicato il nome e il numero di stanza del ragazzo che cura le chiavi in casi simili. Pensavo bastasse un foglietto con nome, cognome e numero di camera. Mi presentavo, mostravo l'abbonamento et voilà...
Invece in segretria, dopo avcerci pensato per benino, mi hanno fatto questo:



Essere precisi va bene ma...

giovedì 17 maggio 2007

Modi di dire....


"Unus pro omnibus, omnes pro uno"

mercoledì 16 maggio 2007

Clichés e Proverbi


In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù. (Orson Welles).

E questo lo sapevano tutti.


Pochi però sanno che
: "Contrariamente a quanto si crede, l'orologio a cucù non ha niente a che fare con la Svizzera. Questo tipo di orologio, che apparve per la prima volta nel 1738, è originario della Foresta Nera, nel sud della Germania, zona che ancora oggi ne è il principale centro di produzione.
Comunque, poichè i turisti si aspettano di trovare gli orologi a cucù in Svizzera, i commercianti locali non li deludono."
Almeno così sostiene swissworld.org

lunedì 14 maggio 2007

I Need


Like a desert needs rain
Like a town needs a name
I need your love

domenica 13 maggio 2007

Oil is our God

The Oil Crash Film da vedere, assolutamente

sabato 12 maggio 2007

gioca, gioca

I limiti della globalizzazione

Tutto credevo di vedere ma non questo...



Ogni tanto penso che si stia esagerando...

giovedì 10 maggio 2007

Riciclare



La quantità e la qualtità di contenitori presenti per il riciclaggio dei rifiuti è direttamente proporzionale alla civiltà di una nazione (M.R.)

domenica 6 maggio 2007

Esercito

In Svizzera paese neutrale che non va in guerra da tempo la leva è obbligatoria e seria. Ogni anno tutti tornano ad esercitarsi.
In Italia, invece, dove ogni volta che c'è D'Alema al governo andiamo in guerra la leva (che era una buffonata) è stata temporaneamente abolita. La Costituzione, infatti, non permetteva l'abolizione. Ovviamente cambiare la Costituzione non era possibile.

lunedì 30 aprile 2007

ping pong


Volete giocare a ping pong?
Nei giardini pubblici ci sono i tavoli. Portatevi racchette, rete e palline.
Facile vero? Ovvio siamo in Svizzera mica in Italia.

domenica 29 aprile 2007

Paese che vai bidoni che trovi




In Italia le campane per i rifiuti e i cassonetti sono spesso tanto vuote all'interno quanto coperte da manifesti di ogni foggia e dimensione. Quasi ne sconoscessimo l'utilizzo primario. Il risultato è imbarazzante.

In Svizzera, paese nato -così vuole la vulgata- discutendo su un prato, i bidoni sono ampiamente utilizzati. Cosi utilizzati da essere rivalutati anche come spazi pubblicitari. Per questa ulteriore funzione però li hanno adeguatamente attrezzati.

Non ci vorrebbe molto anche nell'Italico stivale: basterebbe pensarci. Appunto.

sabato 28 aprile 2007

Università

Si notino le differenze con una qualsiasi delle strutture moderne di un ateneo italiano medio.

venerdì 27 aprile 2007

Green is the colour


Il verde qui è ovunque.
Dove meno te lo aspetti. Come in questo angolo sottratto al cemento.

Piove.
Aspetto.

giovedì 26 aprile 2007

come ti moltiplico le linee

Oggi, tanto per cambiare, ho preso, invcece del solito 15, la linea 11.
Mi avrebbe condotto sino al giardino botanico per una strada diversa: avevo voglia di vedere altre vie di Ginevra, altri volti.

Dal giardino botanico a casa l'avrei fatta a piedi, pensavo.

Arriviamo al "terminus" e scendo. Non faccio in tempo a svoltare l'angolo che, con la coda dell'occhio, vedo la linea 11 trasormarsi in linea 1. Il mezzo svolta l'angolo quasi insieme a me e ci troviamo al capolinea del uno. Divertito e perplesso (ri)salgo sul 1(1) e arrivo a casa.

Capito gli svizzeri?

domenica 22 aprile 2007

Elezioni



A Ginevra ci sono le elezioni: non un cartello fuori posto, non il caos tipicamente italiota, etc., etc.,
E inoltre: tutti insieme appassionatamente. I gazebo dei vari partiti sono uno via l'altro. Senza nessun problema.

sabato 21 aprile 2007

Here comes the Sun



L'Italia è il paese del sole. Almeno dicono. Ma di energia solare....
A Ginevra, invece, i pannelli solari sono anche sui tetti degli asili. E comunicano quanto producono, oltre alla CO2 risparmiata.
Pecoraro prendi nota. Magari riesci a farne una giusta.

sabato 7 aprile 2007

One more time

maxhavelaar fornisce il caffè ai MacDonald della confederazione. A Ginevra almeno.

venerdì 6 aprile 2007

little differences

I Mac Donald svizzeri hanno il vegimac.
I Mac Donald Italiani no.
E non è poco.